La costiera jonica calabrese è caratterizzata dalla presenza di numerosissimi borghi arroccati sui fianchi delle montagne che si affacciano sul mare.
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Le foreste e le montagne calabresi hanno da sempre colpito l’immaginazione dei tanti viaggiatori stranieri ( Alessandro Dumas padre, Jules Destrée, Norman Douglas, Edward Lear …)
Dice un viaggiatore inglese del 1828: “ ...vi era qualcosa di tanto selvaggio e di tanto tenebroso in quelle montagne, dai boschi fitti ed oscuri, da soggiogare la mente… “
Norman Douglas, scrittore inglese, autore del libro “Old Calabria”, visitando la nostra regione tra il 1907 e il 1911 ebbe a dire delle Serre: ”… paesaggi magici ed incantevoli… un tempo non eretto da mani umane..” e della Sila Piccola “…una foresta vergine mai sfiorata da mano umana”
Montagne, spesso inaccessibili , che hanno favorito la nascita di eremi e luoghi di culto, dove monaci ed eremiti vissero una vita di meditazione e di sacrificio. Montagne, una volta ricche di miniere di ferro che diedero vita alle operose Ferriere Borboniche, ora testimoni muti di un passato ricco di storia. Boschi rigogliosi con alberi secolari e paesaggi mozzafiato.
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I borghi rappresentano i nuclei originari dei paesi, sorti inizialmente sulle alture per proteggersi dalle incursioni provenienti dal mare, e poi sviluppatisi lungo la linea costiera.
In questi centri storici, dove il tempo sembra essersi fermato, è possibile ammirare antichi palazzi, portali in pietra opera di abili scalpellini, godere di quiete e gustare ancora antichi sapori di una cucina tramandata per generazioni.